NAPOLEONE BONAPARTE A BINASCO 24-26 MAGGIO 1796

Il 5 maggio 1821 moriva in esilio, a S.Elena, Napoleone Bonaparte esattamente 200 anni fa’. Tra le numerose gesta del condottiero ed imperatore vogliamo ricordare le sorti di quello che all’epoca era poco piu’ che un piccolo villaggio rurale, Binasco.
Il borgo e’ situato nella provincia milanese lungo il Naviglio Pavese, che partendo dalla Darsena di Porta Ticinese in quel di Milano attraversa Pavia ed il suo territorio fino alla confluenza con il Ticino.
Risalendo negli anni Binasco ha visto avvicendarsi diversi eventi storici. Procedendo con ordine si impone un breve cenno a Gian Galeazzo Visconti, primo Duca di Milano dal 1395 al 1402, aveva prescelto quale dimora il Castello di Pavia (iniziato nel 1361 e finito in soli 5 anni), divenne poi Signore del borgo di Binasco nel 1374, dislocato in posizione strategica tra le due citta’ lombarde.
Il Castello di Binasco fu sede della tragica morte della Contessa Beatrice di Tenda, nata nel 1372, si sposò in prime nozze con il condottiero Facino Cano e in seconde nozze con il duca di Milano Filippo Maria Visconti, il quale, forse per impossessarsi dei possedimenti della moglie e del padre di lei, nel 1418 la fece decapitare (probabilmente innocente) per adulterio insieme al suo amante nel Castello stesso (la morte di Beatrice venne presa come spunto da Vincenzo Bellini, per un opera melodrammatica “Beatrice di Tenda”, eseguita in anteprima nel 1833 al Teatro La Fenice di Venezia).
Molti anni dopo nel 1796-1797, durante la prima campagna d’Italia, Napoleone Bonaparte, marciando verso Milano, venuto a conoscenza di insurrezioni nel territorio pavese, per contrastarle non esito’ ad inviare l’esercito.
Binasco cosi’ per tre giorni dal 24 al 26 maggio 1796 divenne un feroce campo di battaglia. Messa ferro e fuoco dalle truppe napoleoniche, queste perpetrarono atrocita’ contro i binaschini, per lo piu’ armati di forconi, roncole e bastoni e qualche esiguo fucile, causarono la morte di centinaia di binaschini.
Il borgo venne depredato, incendiato come monito per i diversi gruppi rivoltosi in quel di Pavia e non solo.
Nell’incendio il Castello quattrocentesco venne in parte distrutto, l’incendio durato tre giorni fu’ visibile anche dal Castello di Pavia.
Le immagini del campo di battaglia e dell’incendio vennero immortalate dal pittore architetto torinese Giuseppe Pietro Bagetti (1764- 1831), al seguito di Napoleone e del suo esercito durante la prima campagna napoleonica d’Italia. Sue sono le vedute che immortalano le vittorie di Napoleone tra il 1796 e il 1800, eseguite ad acquarelli, sono dettagliate grazie agli studi di architettura e alle numerose informazioni e studi delle mappe e toponomastiche.
Nel 1797 ottenne l’incarico di docente di topografia presso la scuola del Genio e il Corpo di Artiglieria.
Per volere dello stesso Napoleone nel 1800 la sua serie di acquarelli venne esposta presso la galleria nel Castello di Fontainebleau, per poi essere trasferita su ordine di Luigi Filippo I di Francia nel 1834 presso il Castello di Versailles rinominato Museė de l’Historie de France.

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