NASCE IL SACRO ROMANO IMPERO: L’Arte barbarica e le cosiddette “Arti minori”

Itinerario nella Storia:

Nel 568 la penisola italiana venne invasa sa una popolazione germanica di stirpe barbarica che si era stabilita nell’attuale Ungheria sin dalla fine del V secolo: quella dei Longobardi, guidati dal re Alboino (assassinato nel 572), essi riuscirono ben presto a conquistare l’Italia padana e centrale e una porzione di quella meridionale. La nostra penisola si trovò pertanto divisa in due parti chiamate l’una Longobardia e l’altra Romània; Roma e il territorio che le competeva, assieme a ravennate, infatti, continuavano ad appartenere all’impero bizantino. I Longobardi, abbandonato l’iniziale nomadismo, fondarono in breve un loro regno, di cui la città di Pavia venne eletta capitale nel 625, nonostante questo, i 36 ducati (retti da duchi, di antiche origini nobili) nei quali tale regno si divideva, continuavano a rimanere praticamente autonomi, secondo quanto prevedeva la tradizione barbarica, mentre nel Nord d’Italia gli occupanti si installarono sia negli abitati romani preesistenti, sia in complessi agricoli fortificati, dando origine alla cosiddetta Longobàrdia Màior, nel Mezzogiorno furono fondati anche nuovi centri urbani (ad esempio Capua e Capaccio) e l’intero territorio venne designato come Longobàrdia Minor. Il potere di questo popolo, la cui storia è stata minuziosamente scritta da Paolo Diàcono (un monaco benedettino di origina longobarda), durò fino a che un’altra stirpe barbarica, quella dei Franchi, non la sconfisse nell’anno 774. Questi ultimi, originariamente provenienti dalla zona del basso Reneo, all’inizio del V secolo si spinsero verso Sud, fino ad occupare gran parte della Francia e della stessa Germania. In seguito, per consolidare il proprio predominio, combatterono a lungo, oltre che con i Longobardi, anche contro altre popolazioni germaniche confinanti, fino a he il loro re Carlo /768-800), già da tempo convertito al cristianesimo, riuscì a creare un grande e potente Stato unitario che si estendeva dall’attuale Francia alla Germania e dai Paesi Bassi fino all’Italia centro-settentrionale. Oltre ad ampliare progressivamente le frontiere del regno, le spedizioni militari di Carlo miravano a rafforzare il prestigio del monarca sia garantendo, terreni e bottini all’aristocrazia, che lo sosteneva, sia imponendo la forzata rinuncia al paganesimo alle popolazioni sottomesse, ciò gli assicurò il prezioso appoggio del clero, chiamato presto a collaborare anche all’amministrazione dello Stato. La notte di Natale dell’anno 800 Carlo venne incoronato Imperatore da papa Leone II (795-816) nella Basilica di San Pietro; nasce così il Sacro Romano Impero: “sacro” perché creato in nome di dio con una solenne cerimonia religiosa, “romano” in quanto erede della tradizione romana e risorto a opera di un uomo considerato successore degli antichi imperatori. In tal modo sembrò che l’Europa fosse finalmente in grado di ritornare all’antico splendore, non solo politico e militare, ma anche intellettuale, infatti l’Imperato Carlo Magno, (800-814) così chiamato per le sue straordinarie qualità di capo di Stato, seppe radunare attorno a sé un gran numero di uomini coli e famosi quali, ad esempio, il già citato Paolo Diàcono, Alcùino di York e Rabàno Màuro, che furono anche gli animatori della cosiddetta Scuola Palatina. Essa assunse questo nome in quanto aveva sede all’interno del palazzo, cioè la reggia, l’abitazione dell’Imprenditore, il quale volle diffondere la cultura, fu protettore degli arti e si preoccupò della costruzione di monasteri e cattedrali. Proprio per le caratteristiche imperiali e romane che Carlo Magno volle dare il suo nuovo Stato, l’arte si rivolse, nonostante le origini germaniche dello stesso imperatore, soprattutto agli esempi romani e, più generale, italici. L’ambizione progetto carolingio di costruire un impero che, per estensione e potenza, potesse in qualche modo paragonarsi a quello romano sarà, in seguito, perseguito anche dalla dinastia sassone degli Ottoni, questa fondata da Ottone I il Grande, re di Germania (936-973) e Imperatore del Sacro Romano Impero (962-973), avrebbe regnato, pur se fra molti contrasti, fino al 1024. Le forti contrapposizioni di potere progressivamente createsi all’interno del sistema feudale, però avevano costretto i sovrani ad appoggiarsi all’alto clero, nominando vescovi-conti che fossero capaci di contrastare lo strapotere dei feudatari locali ma che, nel contempo, si mantenessero fedeli alla casa imperiale. Questa dipendenza dei vescovi dal potere politico porterà in breve a un acceso scontro con il papato, dando origine a quella lotta per le investiture che insanguinerà l’Europa nel cinquantennio tra la fine dell’XI e i primi del XII secolo. Per arte barbarica si intende la produzione artistica e le forme che l’arte assume presso i popoli non romanizzati e, comunque, nomadi, in particolare è interessante sapere ciò che venne prodotto nella penisola italica, che fu terra di conquista per numerose popolazioni provenienti dall’Europa del Nord e centro-orientale. Come è facile comprendere, era impossibile per popolazioni che conducevano una vita nomade, sempre alla ricerca di pascoli e di selvaggina, dare vita a un’architettura in mattoni o in pietra. Una costruzione, per evidenti motivi, non è trasportabile da un luogo all’altro e furono difatti le tende e i carri le abitazioni e i primi luoghi di culto di queste genti. Non era nemmeno possibile portare con sé statue pesantissime di pietra o di metallo: le loro sculture si limitano perciò a impiegare il legno e non poteva nascere una scuola pittorica, né potevano esistere l’affresco o dipinti ingombranti e poco maneggevoli; tutto ciò che un popolo nomade poteva permettersi era la necessita leggero e di piccole dimensioni. Il carattere dell’arte barbarica di essenziale decorativo, la fantasia dell’artista o dell’artigianato nomade si sbizzarrì in ornamentazioni vegetali. Cioè a imitazione delle piante e degli arbusti. A ciò si unirono motivi a intreccio, a nastri, a festoni e altri he ricordavano forme di animali, anche fantastici. La produzione artistica riguardò soprattutto la piccola scultura in legno, l’oreficeria, la decorazione, tutti soggetti, questi ultimi, che genericamente, assieme ad altri, prendono il nome di arti minori. Con questi termini, che non sono dispregiativi, e quindi di minore importanza, si intende tutto ciò che, pur avendo rilevanza artistica, che può essere, cioè, considerato arte, non è né pittura, né scultura, né architettura; queste ultime tre, vengono dette, al contrario, arti maggiori.

M° Monica Isabella Bonaventura

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