FINESTRE SULLA STORIA: la nascita di “ITALIA”

Il nostro paese, come sappiamo, è una nazione “giovane” che durante i secoli fu frammentata in numerosi stati più o meno estesi e di “italico” c’era solo il nome geografico della penisola. Si iniziò a parlare di “Italia” soltanto dopo l’unità.
Ma fu davvero così? Dal punto di vista politico sì, ma dal punto di vista storico la sua origine è molto più antica di quanto si possa pensare. Per scoprirlo dobbiamo fare un salto indietro di secoli e approdare al tempo dell’antica Roma, nel periodo tardo repubblicano.
Siamo al tempo delle guerre civili in un momento di profonda crisi della città e nell’anno 91 a.C. iniziarono le cosiddette guerre degli alleati, che termineranno nell’89 a.C. Il casus belli fu causato dall’uccisione a Roma di Marco Livio Druso, il tribuno della plebe che si fece paladino della legge per concedere la cittadinanza agli italici.
Gli alleati erano tutte quelle città della penisola con cui Roma aveva instaurato un legame di alleanza e le fornivano uomini da affiancare alle legioni sotto forma di esercito ausiliare. In particolare il loro apporto fu fondamentale durante le guerre annibaliche, al seguito delle quali chiesero di poter avere la cittadinanza romana come ricompensa per le risorse impiegate.
Da questa situazione nacque “Italia”.
Gli alleati della penisola decisero, dopo l’ennesimo rifiuto, di unirsi e formare con le città che desideravano parteciparvi, un’alleanza politico-militare che porterà allo sviluppo di un vero e proprio stato federale strutturalmente simile a Roma. Si dotarono di un proprio senato, di consoli (i primi furono Quinto Popedio Silone e Caio Papio Mutilo), di magistrati e di proprie leggi. E, immancabile all’interno di un paese, di una capitale: Corfininium, (attuale Corfinio), nel territorio dei Peligni in Abruzzo, cui successivamente verrà dato il nome di “Italia” o “Italica” (traduzione latina dall’osco Vitelia).
Fu la prima volta che questo nome venne usato per indicare una realtà politica ed è la più antica testimonianza del nome “Italia”. Per completare l’opera, gli italici coniarono nel 90 a.C. anche una propria moneta in argento uguale al denario romano.
La città coniò monete di vario genere, che recano sulla faccia principale la testa di una donna coronata d’alloro e affiancata dalla scritta in alfabeto latino “Italia” e sul retro immagini che rappresentavano un giuramento, l’Italia in trono o il toro che uccide la lupa.

La moneta qui rappresentata raffigura la donna che identifica Italia con la corona d’alloro e nel retro il giuramento di 8 soldati che puntano con le spade un maialino tenuto da un giovane. Probabilmente indica il giuramento dei confederati al momento dell’istituzione dello Stato sulla morte di Druso

e sullo sfondo è presente uno stendardo.

Questa è la faccia principale delle monete coniate, dove sulla destra si vede la scritta “ITALIA”

Il retro di un altro denario recante Italia seduta su un trono di scudi che regge lo scettro mentre dietro c’è Vittoria che la incorona.

La moneta qui rappresentata raffigura la donna che identifica Italia con la corona d’alloro e nel retro il giuramento di 8 soldati che puntano con le spade un maialino tenuto da un giovane. Probabilmente indica il giuramento dei confederati al momento dell’istituzione dello Stato sulla morte di Druso e sullo sfondo è presente uno stendardo.
Un’altra testimonianza epigrafica che conferma la fondazione di Corfinium come prima capitale d’Italia è una stele situata su uno dei due morroni, resti in muratura di un antico edificio funebre romano. Sono anche chiamate “murgini”, da murgia che significa Alla fine della guerra nell’89 a.C. tutte le città insorte e quelle rimaste fedeli ottennero la cittadinanza romana e dall’84 a.C. furono inserite pienamente nel sistema politico romano.
I documenti ci hanno consegnato il regno d’Italia e della sua prima capitale in una storia quasi dimenticata, persa nei meandri del tempo e che è emersa dal ritrovamento di una piccola moneta in argento. Piccolo reperto ma di grande significato per il nostro paese che, come dicevamo all’inizio, è molto più antico di quanto possiamo immaginare.
Per chi volesse saperne di più e visitare i luoghi d’origine, c’è il Parco Archeologico “Don Antonio Colella”, Palazzo Trippitelli e Concattedrale valvense di San Pelino, a Corfinio, in provincia de l’Aquila.
di Deborah Scarpato

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