L’IMPRESSIONISMO FRANCESE DAL 1874 AL 1900

Luce, colore ed atmosfera

L’Opera di Claude Monet “Impressione al levar del sole” della figura affianco, è il simbolo della corrente pittorica francese detta Impressionismo. Tale opera è stata esposta alla prima esposizione di un gruppo di pittori Innovatori e Indipendenti nel 1874 a Parigi, dove un critico, in maniera di disprezzo, denominò Impressionismo il modo di dipingere di quegli artisti, accademico e retorico. Gli artisti stessi da allora in poi si autodefinirono Impressionisti e si dedicarono allo studio del colore e della luce direttamente dal vero. I pittori che esposero a questa prima esposizione degli Indipendenti furono Claude Monet, Auguste Renoir, Camille Pissarro, Edgar Degas, Paul Cèzanne, Alfred Sisley, Berthe Morisot ed altri, e nonostante Monet fosse stato considerato il leader del movimento, non partecipò come non aderì mai ad alcuna delle esposizioni collettive degli Impressionisti, perché erano prese di mira dalla critica ufficiale, in quanto le loro opere rappresentavano una rottura con la tradizione figurativa. Gli Impressionisti dipingevano all’aperto con una tecnica rapida che consentiva di contemplare l’opera in poche ore. Essi volevano riprodurre sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno e in particolari condizione di luce. Lo studio dal vero del cielo, dell’atmosfera, delle acque soppiantò il lavoro al chiuso, in atelier, lo studio nel quale venivano completati i quadri più grandi o eseguiti i tratti. Molti ritratti erano anche realizzati all’aperto e lo sfondo del paesaggio non era più qualcosa di aggiunto, ma avvolge realmente le persone o le figure. Oggetti e persone sono trattati con la stessa pennellata ampia e decisa come per le più estese rappresentazioni.

I riflessi sull’acqua e i giardini di Monet

La Senna, che scorre nei dintorni di Parigi e che attraversa la città, ha offerto ai pittori Impressionisti l’occasione di esercitare il loro occhio nello studio dei riflessi e dei mille colori che si specchiano nelle sue acque. Nei giorni festivi i parigini si recavano a godere l’aria e il sole sul grande fiume o a fare del canottaggio e i pittori impressionisti erano lì per dipingere le vele o le persone che sostavano sulla zattera coperta, detta La Grenouillère, nelle domeniche d’estate. In due dipinti di Monet “Regate ad Argenteuil” e La Grenouillère” che quest’ultimo era chiamato “il vaso di fiori”, per il grande albero che si sorgeva al centro di un isolotto nel fiume Senna, si può vedere i riflessi tracciati con dense e scure pennellate che, a distanza, danno all’osservatore l’impressione della liquidità e della mobilità dell’acqua. Monet amava i giardini, i fiori, gli alberi, ne ha sempre coltivati, anche quando le sue risorse finanziarie erano modeste, il giardino era il suo atelier, nel quale impiantava il suo cavalletto e dipingeva direttamente dal vero le aiuole cariche di corolle variopinte, le siepi fiorite, infatti raramente egli ha dipinto fiori recisi. Nel “Il giardino di Vètheuil” con gli alti girasoli in fiore, si capisce che l’artista ha lavorato nel cuore del giardino e ha raffigurato i suoi bambini vestiti di bianco che lo guardavano dal sentiero; il dipinto è un accordo di giallo, di azzurro, di arancio, colori della luce solare e della stagione calda. Una delle opere più celebri dell’Impressionismo è “Donne in giardino”, che Monet ha dipinto quasi interamente in giardino nonostante le notevoli dimensioni della tela. L’unica modella fu Camille, la giovane moglie ritratta ora bruna ora rossa di capelli e diversamente vestita. I colori dominanti sono il bianco degli abiti vaporosi delle donne investiti dal fiotto di luce solare e il verde dello sfondo, la siepe fiorita di fiori bianchi collega le figure luminose intorno all’albero centrale. Il dipinto è uno maggio alla femminilità secondo i valori ottocenteschi. Quando Monet fu celebre, investì le sue risorse in una grande opera d’arte naturale: il giardino di Giverny, che gli ispirò i capolavori degli ultimi anni della sua vita. Sono opere molto innovative e fra le più importanti della storia della pittura. I fiori protagonisti sono le ninfee, una specie esotica che vive nell’acqua degli stagni, le dipinse in innumerevoli versioni e in tutte le ore del giorno, quando stanno per sbocciare e quando aprono le grandi corolle bianco-rosate. La natura in tutte le sue manifestazioni, aveva ispirato Monet per tutta la vita, alla fine della quale egli esclamò che è diventato pittore grazie ai fiori.

Le cattedrali la serie dei covoni e dei pioppi

Fin dagli inizi Monet aveva cercato di rappresentare il variare dei colori secondo l’ora del giorno e le condizioni atmosferiche. L’alba colora di riflessi rosa la natura; il tramonto la accende di colori aranciati e violetti, il sole di mezzogiorno ne esalta le tonalità di colore rendendole più vive e smaglianti. Per realizzare una sequenza di variazioni su uno stesso oggetto, Monet ideo una serie di dipinti esattamente uguali per il contenuto figurativo, ma differenti nell’intonazione cromatica. A serie delle Cattedrali, che comprende più di cinquanta tele, dipinte da Monet tra il 1892 e il 1894, è celebre per la sua originalità. L’artista dipinse la facciata della cattedrale gotica di Rouen in moltissime versioni, in tutte le ore del giorno: al mattino in pieno sole a mezzogiorno, al tramonto, realizzando pittoricamente le minime variazioni cromatiche che la luce creava sui rilievi della pietra scolpita.

Con altrettanta originalità, Monet realizzò una serie di quadri rappresentanti soggetti comuni e di poca importanza figurativa, quali i covoni, cioè i coni di paglia che i contadini lasciavano sul campo dopo la mietitura del grano. Monet li ha resi celebri dipingendoli in ogni stagione e ora del giorno, usando il colore a olio il più possibile puro, applicato in singole pennellate e accostando i toni complementari. Per la serie dei fiori di pioppi, il pittore si sistemò su un barcone in mezzo al fiume, lavorando a più tele, per afferrare i mutevolissimi cambiamenti d’atmosfera e riportarne l’impressione sui dipinti. Per quanto quasi uguali nella struttura, essi comunicavano sensazioni visive differenti pare come percepire anche il colore del giorno e la brezza della sera.

Vita Parigina

Gli impressionisti hanno celebrato la vita moderna in una grande capitale europea, Parigi, Se Monet si particolarmente dedicato ai luoghi naturali dei dintorni, agli artisti sono entrati nel cuore della città, nelle sue strade, nel paesaggio urbano. La nuova società industriale e capitalistica aveva generato una classe borghese elevata e ricca, in sott’ordine, una borghesia media. Monet e Renoir osservarono questa mescolanza di soggetti umani che frequentava i locali di ritrovo come i caffè-concerto, e i teatri, e che passeggiava lungo gli affollati viali di Parigi, a ricordare tutto questo è il suo dipinto “Bar, alle Folies-Bergère”. Parigi era città illuminata prima a gas e poi con l’energia elettrica, dotata di modernissime, per quei tempi, stazioni ferroviarie, che permettevano una circolazione mai vista prima di persone e di merci. La stazione di Saint-Lazare è stata dipinta più volte da Monet, che ne ha evidenziato l’aspetto atmosferico per il vapore emesso dalle locomotive. Nel dipinto di Manet è lo spettacolo del treno a vapore che ha attratto la madre e lea bambina nei pressi della stazione. Renoir nel “Palco”, ha raffigurato una signora ingioiellata che abbigliata vistosamente, probabile esponente di una borghesia arricchita di recente, appoggiata al palco di un teatro, binocolo alla mano. L’opulenza dei suoi abiti contrasta con la delicatezza della sua pelle, evidenziata dalla rosa fra i capelli.

“Il Balcone”, di Edouard Manet, ci presenta due giovani donne, di sobria eleganza, affacciate al balcone di una casa borghese, al centro, dietro le due figure femminili, in leggeri abiti bianchi, è raffigurato un giovane signore con una sgargiante cravatta blu. Altri impressionisti interpretarono la loro epoca con quell’acutezza di osservazione che i romanzieri del naturalismo francese mettevano nelle loro descrizioni. Accanto alla buona borghesia ci erano gli operai e la povera gente. Edgar Degas ha analizzato con grande realismo i loro gesti quotidiani, i soggetti di questi dipinti sono soprattutto donne del popolo: lavandaia, stiratrici, sartine, modiste, cioè quella fascia di parigine che contribuiva, con la fatica di tutti i giorni, al benessere della città. Nelle “Le stiratrici”, in particolare, Degas ritrae due lavoratrici, l’una piegata sul ferro da stiro e l’altra che impugna una bottiglia di vino e sbadiglia. Camille Pissarro rappresentò scene di mercato, con la vivacità dei colori e la semplicità dei gesti delle popolane. Il disegnatore francese Théophile-Alexandre Steinlen, attento osservatore della vita di strada, ritrasse in moltissime immagini le giovani donne che, con passo affrettato, si recavano a casa dei clienti a consegnare il lavoro.

Parigi offriva una vita sociale molto vivace per tutte le classi. Nel nuovo sontuoso teatro dell’Opéra andavano in scena spettacoli di alto livello, come il balletto romantico, che ha avuto il suo pittore più appassionato in Degas. La gente semplice di divertiva soprattutto nel quartiere popolare di Montmartre, numerosi locali dove si esibivano ballerini e ballerine nelle più sfrenate danze del tempo. Il Moulin Rouge, Les Folies-Bergére, erano locali che attiravano ogni tipo di gente, soprattutto gli artisti. Henri de Toulouse-Lautrec era un frequentatore di questi ambienti, dei quali lasciò testimonianze dal vivo nei numerosi dipinti realizzati con pennellata rapida e spirito caricaturale. Tutta a Parigi, frequentavano i grandiosi giardini che la città offriva ai suoi abitanti per la vita all’aperto. Renoir, come gli altri Impressionisti, rivolse la sua attenzione alla realtà che vedeva intorno a sé. Nel dipinto “Nel parco dei giardini di Lussemburgo”, l’artista ha rappresentato una scena quotidiana al parco pubblico, in un pomeriggio qualunque. Mamme borghesi, accuratamente vestite, hanno accompagnato i loro bambini ai giochi e, mentre vigilano sui figli, chiacchierano fra loto. I giochi infantili sono quelli di sempre, secchiello e paletta (rappresentati anche nel dipinto di Manet) e il cerchio, giocattolo che allora andava molto di moda. Renoir, il cui stile si caratterizza per una pennellata lunga e fluida, ha dato al suo dipinto un’intonazione calda, nella quale risaltano le ciocche dorate dei lunghi capelli dei due bambini.

Vestire e vivere nell’Ottocento

La pittura degli artisti più avanzati della seconda metà dell’Ottocento si presenta come lo specchio della società del tempo. I pittori hanno abbandonato i soggetti di storia e mitologia antiche e soprattutto è finita la pittura sacra; non si producono che raramente quadri per le chiese, soprattutto in Francia la committenza è laica.4Dalle opere dei Macchiaioli e degli Impressionisti si traggono elementi di costume molto meglio he dalla documentazione fotografica dell’epoca, che era in bianco e nero e mosto statica. I dipinti ci informano sulle forme e sui colori della moda e dell’abbigliamento delle varie classi sociali. Mettono in evidenza la gestualità e gli atteggiamenti delle persone; il rapporto fra uomini e donne, fra madri e figli. Parlano del modo di vivere nelle città di provincia o nelle metropoli. L’ambiente illustrato dai Macchiaioli è diverso da quello raffigurato dagli impressionisti, l’Italia aveva sofferto e lottato per raggiungere la sua unità politica e il sentimento nazionale. Tuttavia buona parte della penisola rimaneva in condizione di arretratezza e allo stato rurale, mentre la Francia, o il Secondo Impero, iniziava un grandioso programma edilizio di lavori pubblici con ferrovie, strade, porti. Parigi era il simbolo della prosperità.

M° d’Arte Monica Isabella Bonaventura

 

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