AVANGUARDIA RUSSA E IL MOVIMENTO DADA

L’Arte prima della Rivoluzione russa: il Suprematismo e il Costruttivismo.

Il Cubismo e il Futurismo ebbero molta risonanza in Russia, fin dal primo decennio del secolo. Il primo movimento d’avanguardia fu il Raggismo, sintesi del Cubismo e Futurismo. Le opere di questi artisti sono composizioni quasi astratte, attraversate da linee-forza colorate, raffiguranti raggi luminosi riflessi dagli oggetti. I giovani artisti russi tendono alla pittura astratta per la frammentazione di fasce di luce per rappresentare fogliame o alberi, la natura non è annullata, ma vista come attraverso un vetro sfaccettato; nel 1913 fu redatto da Mikhail Larionov il manifesto del movimento. Negli anni che precedettero la rivoluzione che portò alla caduta del regime zarista (1917), molti giovani artisti russi aderirono alla rivolta antiaccademica guidati dal poeta Majakovskij e da queste esperienza nacque l’Astrattismo russo, che il creatore, il pittore Zazimir Malevic (1878 – 1935), denominò Suprematismo nel manifesto del 1915.

Il termine stesso indica il punto supremo della semplificazione dell’immagine con forme essenziali, assolute e l’opera più celebre è il “Quadro nero su fondo bianco”, dipinto da Malevic nel 1913, opera che rappresentò provocatoriamente la fine della raffigurazione della realtà. Con il suprematismo dinamico Malevic impresse movimento e ritmo alle sue forme geometriche elementari. Nell’ottobre del 1971 scoppiò la Rivoluzione, gli artisti che avevano già sperimentato forme nuove scelsero tre elementi fondamentali: il materiale, il volume, la costruzione. Vollero costruire una società nuova e un’arte nuova con un movimento finalizzato a costruire nuove forme in una nuova dimensione sociale: il Costruttivismo. I maggiori esponenti del Costruttivismo furono: Vladimir Tatlin, Naum Gabo, Aleksandr Rodcenko.

Kandinskij

Kandinskij raccontava che il desiderio di diventare pittore e il suo senso del colore erano nati quando era ancora ragazzo e, nella natia Mosca, ammirava i colori sgargianti degli abiti festivi del popolo russo, la vivacità orientalizzante del folclore e la bellezza struggente dei tramonti sulle cupole variopinte o dorate delle chiese ortodosse. Questo va a dimostrare che le impressioni giovanili possono decidere il nostro futuro e soprattutto restano nel cuore, quando si deve abbandonare la propria patria, come fece l’artista dopo la guerra e le vicende della Rivoluzione russa. Nel dipinto “La verità della vita”, il pittore ha riunito una folla popolare sullo sfondo di una città russa dalle grandi cupole colorate, con sintetiche macchie di colore ha accennato ai caratteristici abiti dei contadini Kandinskij; egli fu il maestro indiscusso della pittura astratta e il suo passaggio all’astrazione fu graduale e meditato.

La trasgressione come segno di libertà

Il movimento Dada fu fondato dallo scrittore Tristan Tzara (1878 – 1963) e da un gruppo di artisti e di intellettuali d’avanguardia nel 1916, a Zurigo. Dada è una parola che non ha un significato preciso; vuol indicare rifiuto totale del passato, ribellione contro le forme culturali codificate. I giovani artisti che vi aderirono erano fuggiti alla carneficina della prima guerra mondiale ed erano in rivolta contro la società borghese che l’aveva scatenata. Essi avevano visto ogni atteggiamento razionalistico. Il programma del Dada adottava le associazioni casuali di parole e immagini, l’ironia, il gioco, l’espressione demenziale.

Il Dadaismo ebbe il suo momento di maggiore attività a Parigi fra il 1919 e il 1922 e dalla Svizzera, oltre in Francia, si diffuse anche in Germania e, successivamente, negli Stati Uniti d’America; pubblicheranno i loro manifesti e le loro riviste artistiche e letterarie per far crescere il loro movimento. Con i movimenti d’avanguardia l’arte si è allontanata completamente dalla raffigurazione degli oggetti, per Marcel Duchamp (1887 – 1968) l’oggetto reale presenta sé stesso: non è dipinto, né fotografato, né scolpito, ma è semplicemente spogliato della sua funzione pratica e presentato come qualcosa fi nuovo. Nel 1917 Duchamp espose in una galleria d’arte, luogo riservato alle opere artistiche, un orinatoio capovolto, intitolato “Fountain” e fu subito scandalo. L’artista non voleva fare arte, voleva provocare il pubblico e la critica: la sua fu un’operazione concettuale, valeva per il suo significato dissacrante. Il cabaret di Voltaire a Zurigo era il luogo di riunione del gruppo Dada, dove, sotto forma di spettacolo cabarettistico, gli artisti sperimentavano nuovi modi di espressione linguistica, teatrale, visiva e musicale. Pochi anni prima, i Futuristi avevano trovato nello spettacolo di varietà l’occasione ideale per recitare, cantare, suonare, travestirsi in modo totalmente nuovo e provocatorio.

Francis Picabia (1879 – 1953), di origine cubana, uno dei rappresentanti più interessanti del movimento Dada, egli sperimentò procedimenti diversi, tra cui il collage su tela di piccoli oggetti, come piume, fiammiferi, stuzzicadenti, forcine per capelli ecc… “La donna dei fiammiferi” è una di queste opere dal sapore ironico e provocatorio. A Berlino il club Dada, fondato nel 1919, ebbe il suo protagonista nel viennese Raoul Hausmann (1886 – 1971), che inventò il fotomontaggio e lo utilizzo per la propaganda del movimento. Questo artista sperimentò molte tecniche e nuovi materiali. Hans Arp (1887 – 2966) si differenziò dagli altri Dadaisti per un ostile astratto, creando forme libere, dai profili curvilinei, realizzate in vari materiali e con rilievi dipinti.

I Dadaisti si spostarono spesso da una sede all’altra del movimento e collaborarono attivamente anche con gruppo di altre avanguardia, Possiamo quindi trovare gli stessi artisti aderenti al Dadaismo in altri movimenti. L’Artista originalissimo, lo statunitense Man Ray (1890 – 1976) si trasferì nel 1921 da Philadelphia a Parigi, dove entrò in contatto con Dada e le avanguardie. Disegnatore e pittore, dopo gli anni Venti, abbandonò la pittura per la fotografia sperimentale. Con tecniche molto innovative (foto contatto, solarizzazione, sovraesposizione), creò fotografie d’arte affermandosi come uno dei più grandi fotografi del novecento.

Il rayogramma è un procedimento fotografico che prende il nome proprio da questo artista; consiste nell’impressionare la carta fotosensibile mettendola direttamente a contatto con gli oggetti, ed esponendola a un forte fascio di luce. Non è necessario usare la macchina fotografica, al posto degli oggetti restano impressionate sul foglio, in nero, le loro sagome. Naturalmente il procedimento è possibile soltanto con oggetti opachi.

M° d’arte Monica Isabella Bonaventura

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